Dopo un’ora abbondante la loro ricerca certosina non aveva dato alcun esito. L’intuito dell’avvocato aveva visto giusto. Qualcuno si era portato via la chiave della cassaforte, con tutto il suo contenuto, con la carta bancomat e il contante. E questo qualcuno poteva essere stato soltanto il fantomatico assassino senza volto.
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“ Ma come avrà fatto?” – chiese l’avvocato
come se interrogasse se stessa- “ C’erano i Carabinieri, qui, in casa.
Possibile che l’assassino avesse già svuotato la cassaforte quando sono
arrivati i Carabinieri? E se aveva già svuotato la cassaforte cosa faceva lì in
cucina, dove è stato trovato il corpo della signora Emma?
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“ Vieni, andiamo su in mansarda. Io
un’idea ce l’avrei!”- disse il commissario avviandosi verso il servizio, ove
delle ripide scale in legno portavano in mansarda.
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Il commissario la precedette e appena in
cima si voltò e le tese la mano per aiutarla a completare l’ultimo tratto di
gradini. La mansarda era scarsamente arredata con un lettino, un comodino, una
sedia, un armadio in legno e una scaletta in legno, a libro, aperta sopra uno dei due lucernari, proprio
come l’aveva lasciata lui dopo il sopralluogo precedente.
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“ Secondo me le cose sono andate così!” –
disse il commissario appena si trovarono
in mansarda. – “ L’assassino è stato scoperto dalla vittima mentre rovistava in
cucina; tralasciamo per adesso che cosa
cercasse in cucina e perché si trovasse proprio lì; la vittima si è
messa a urlare, magari perché il ladro
era travisato, chissà; o magari perché si è semplicemente spaventata; il ladro
ha afferrato un coltello e l’ha uccisa per farla tacere; poi, forse, si è
spaventato; ha pensato di fuggire dalla porta ma deve avere sentito i rumori
del nipote che stava arrivando e allora ha cercato di nascondersi qui nel
servizio; oppure, più verosimilmente, ha
pensato di fuggire dalla stessa via da cui era penetrato in casa; anche questo
dettaglio lo lascerei in dubbio. Mi segui?” Chiese il commissario all’avvocato
che si era seduta su un lettino che stava proprio sotto uno dei due lucernari
che davano luce e aria alla mansarda.
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- “ Ti seguo. Vai avanti.” – rispose
l’avvocato, guardandosi in giro.
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“ Quando ha sentito il trambusto che
sicuramente hanno fatto i Carabinieri che, come minimo, saranno arrivati a
sirene spiegate, deve essere salito per questa scaletta in legno per guadagnare
una via di fuga. Però qualcosa lo ha fermato. Forse si è acquattato qua fuori,
in questo anfratto esterno, proprio a ridosso della finestra, vieni a vedere! “
Il commissario, non senza difficoltà, a causa della sua robusta corporatura, si
era ara affacciato al di fuori del lucernario. Scese però con insospettata
agilità dalla scaletta in legno per consentire all’avvocato di salire a sua
volta. L’avvocato annuì dopo essere ridiscesa, invitando il commissario a
continuare.
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- “ Be’, magari per non rischiare di
essere visto, avrà aspettato in cima alla scaletta, pronto a squagliarsela se
soltanto avesse sentito qualcuno salire su per le scale.”
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- “ Ma i Carabinieri, convinti di aver
preso il vero e unico assassino non hanno neppure pensato di salire quassù a
controllare!” – lo anticipò con convinzione
l’avvocato che ormai aveva capito dove volesse andare a parare l’arguto
commissario, dando ad intendere che condivideva la sua ricostruzione.
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“ Esattamente!” – esclamò lui, contento
che la sua amica lo seguisse e fosse d’accordo con la sua ipotesi.- “ Quando si
sono calmate le acque è ridisceso e ha finito l’operazione per cui
probabilmente era venuto. Svaligiare la casa della vittima.”
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“ Un bel sangue freddo, per un ladruncolo,
topo d’appartamento!” – commentò l’avvocato riflettendo.
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- “ Ancora non sappiamo con certezza se
sia davvero entrato con l’idea di rubare o di fare altro…” disse in maniera
sibillina il commissario.
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“Al di là di questo”- convenne con lui
l’avvocato - “ la tua ricostruzione mi sembra abbastanza plausibile. “
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- “ Vieni, rimettiamo tutto a posto e
andiamocene!” – disse l’avvocato.
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Rifecero a ritroso la strada verso il
basso e, rimessa ogni cosa al suo posto, se ne uscirono.
-
Il sole, adesso, era sulla via del
tramonto. Le rondini continuavano a garrire festose, mentre un’altra colonia di
fenicotteri, più numerosi di prima, si dirigevano in direzione degli stagni di
Molentargius; o forse ancora più in là, verso Quartu Sant’Elena.
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- “ Che fai ora?- gli chiese l’avvocato.
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- “ Vado a casa a farmi una bella doccia!”
– rispose il commissario senza pensare- “ E’ da stamattina che sono in giro!”
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“ Perché non te la fai a casa mia la
doccia?!” – disse con un sorriso malizioso Luisa Levi.
Al commissario passò di colpo la stanchezza che aveva accumulato in quella giornata piena di lavoro.
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