“
Decipit frons prima multos! “– sentenziò l’ispettore riacquistando la sua
consueta sicurezza e quasi pentendosi della
sua ipotesi dell’esistenza di un complice.
-
“ C’è un’altra cosa che dobbiamo
considerare, prima di escludere ovvero prendere in considerazione l’eventualità
della presenza di un complice” – si affrettò a dire il commissario per
scongiurare le proteste del sovrintendente, che sbuffava regolarmente ad ogni
sfoggio latino del loro collega- “secondo il medico che ha effettuato
l’autopsia l’assassino ha sferrato tre colpi, dal basso verso l’alto; e i
fendenti sono stati inferti da un destrimane, mentre l’indiziato, come precisa
il verbale, impugnava il coltello nella
sinistra e, per di più, è anche mancino.”
-
“ Be’, questo non esclude la presenza di
un complice. Anzi, sembrerebbe
confermarlo…” – disse ancora l’ispettore, ma meno convinto di prima.
-
“ Certo, ma a questo punto, perché non
pensare che il vero assassino abbia agito indipendentemente dall’indiziato?
Comunque domani, senza trascurare neppure questa pista, voglio verificare da dove possa essere entrata questa terza persona, la cui presenza, a rigor di
logica, sembra farsi strada sempre di più, anche alla luce del fatto che
l’indagato ha dichiarato di essere entrato con le chiavi: quindi delle due cose l’una: o il vero
assassino si è infilato dall’esterno, oppure la porta gli è stata
aperta dalla stessa vittima.”
-
“ In effetti ci sono diversi punti oscuri:
la vittima conosceva l’assassino? Io propenderei per il sì. Chi si fiderebbe
oggi ad aprire a uno sconosciuto?” – puntualizzò l’ispettore.
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