Se l'Europa vuole essere fedele a se stessa, deve saper raccogliere tutte le forze vive di questo continente, rispettando il carattere peculiare di ogni Paese, ma ritrovando nelle sue radici uno spirito comune. I Paesi membri del vostro Consiglio hanno coscienza di non costituire l'Europa intera ; nell'esprimere l'augurio caloroso di vedere intensificarsi la cooperazione, già abbozzata, con le altre nazioni, in particolare del centro e dell'est, ho la sensazione di raggiungere il desiderio di milioni di uomini e donne che sanno di essere legati da una storia comune e che sperano in un destino di unità e di solidarietà a misura di questo continente. Durante i secoli l'Europa ha avuto un ruolo importante nelle altre parti del mondo. Bisogna ammettere che non sempre ha dato il meglio di sé nell'andare incontro alle altre civiltà, ma nessuno può contestare che ha fatto condividere felicemente molti dei valori che aveva a lungo maturato. I suoi figli hanno avuto una parte essenziale nella diffusione del messaggio cristiano. Se l'Europa vuole avere un ruolo oggi, deve, nell'unità, fondare con chiarezza la sua azione su ciò che di più umano e di più generoso c'è nella sua eredità. (...)Venendo oggi davanti alla prima assemblea parlamentare internazionale costituita nel mondo, ho la consapevolezza di rivolgermi ai rappresentanti qualificati di popoli che, nella fedeltà alle loro sorgenti vive, hanno voluto riunirsi per ribadire la loro unità e per aprirsi alle altre nazioni di tutti i continenti, nel rispetto della verità dell'uomo. Posso testimoniare la disponibilità dei cristiani a prendere parte attiva ai compiti delle vostre istituzioni. Auguro al vostro Consiglio di lavorare proficuamente per rendere sempre più viva e generosa l'anima dell'Europa