last moon

mercoledì 13 ottobre 2021

L'assassino con il coltello in mano - 4

 


Il commissario sorrise, pensando che questa battuta sarebbe piaciuta molto a uno dei suoi collaboratori, che non perdeva occasione per criticare l’ossessione mediatica e la superficialità di certi settori della polizia giudiziaria.

-          “ Che  tipo è questo nipote?” – chiese invece all’avvocato.

-          “ Mah! In questo frangente non saprei davvero definirlo bene. E’ molto spaventato, oltre che dispiaciuto per il brutale assassino di una persona alla quale era sinceramente attaccato, che gli voleva bene e che perfino lo sovvenzionava generosamente, in cambio dell’aiuto disinteressato che lui le prestava con entusiasmo e con sincero affetto.” L’avvocato fece una breve pausa, come se volesse continuare ma non sapesse bene come. – “ Posso dirti una cosa strettamente riservata!”

Il commissario si sentì prudere il naso. Questo succedeva quando nell’aria c’era qualcosa su cui esercitare il massimo dell’attenzione; o perché era in vista un inganno, o perché stava per venire a conoscenza di qualcosa di importante; era il suo naso da sbirro a suggerirglielo; e il suo naso difficilmente si sbagliava.

-“ Certo, parla liberamente!” – la incoraggiò il commissario, continuando a guidare.

- “ Io te la dico, ma mi devi promettere che non la userai mai contro il mio assistito, qualunque cosa accada!” – ribadì ancora l’avvocato Levi. Anche lei aveva un alto senso del segreto professionale e forse, in fondo si era già pentita di aver fatto l’offerta. Ma ormai sembrava tardi per tornare indietro.

Il commissario restò interdetto, tra dubbi e curiosità! L’informazione riservata lo incuriosiva, e poi poteva essergli utile per le sue indagini; come privarsene? D’altro canto, però, non sarebbe mai venuto meno ai suoi doveri di sbirro; su questo non aveva dubbi: credeva nel suo lavoro sino in fondo e non lo avrebbe mai disatteso. Si risolse pensando che quell’avvocato, quel diavolo in gonnella, non gli avrebbe mai rivelato un segreto che potesse danneggiare il suo assistito (che oltretutto, a parer suo, nonostante le osservazioni capziose dell’ispettore Zuddas, era completamente innocente).  Decise di fidarsi e dopo essersi passato una mano sul naso che gli prudeva rispose di sì, che non avrebbe mai usato quella confidenza contro il suo assistito.

-          “ Promessa di sbirro?” – ribadì ancora l’avvocato, a metà tra il serio e il faceto, sapendo  bene come il commissario fosse fiero e orgoglioso di essere un poliziotto con una parola ferma e fidata.

-          - “ Parola di sbirro!” – le confermò porgendole l’indice della mano destra per sigillare la promessa.

-          L’avvocato strinse forte l’indice col suo, e subito dopo aggiunse: - “ Il mio assistito mi ha confidato che la zia lo aveva nominato erede universale con un testamento!”

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