last moon

domenica 31 gennaio 2021

Magic Sardinia - 3

 


When I was younger I thought that our land deserved a better fate and that we colud join together to fight against the injusticies and abuses of the history (and perpetrad by the historians). 

I have never believed in violence, so my decision to fight pushed me to join a politician party that in the heighties was granted by more than a victory in the polls.

 But this party, which had been funded by the  great, honest politician and writer of  the past Emilio Lussu, showed to be corrupted and not able to make any change, as emerged in the ninties by numerous cases of politic corruption in the nationalist party of Sardinia called "The four dark brown" from the flag of the very region of Sardinia). Its top men, turned out to be more attached to power than the italic politician they declared to fight against for the indipendence of our people. Furthermore the sardinian people itself turned out to be individualistic, incapable to find a unity, fragmented into a thousand streams of different ideas!

In my old age I realize with sadness that sardinian people was a romantic idea, borned in my mind, present in my soul, but non-existent in reality.

Of course the vestiges remain of our great past when may be we colud be called a fierce people.

But there is also the disappointment of noting the envy and invidualism of a people without any guide.

3. to be continued


sabato 23 gennaio 2021

Sardegna magica




A volte mi chiedo chi siamo noi Sardi. Da giovane sognavo una Sardegna indipendente. Mi davano fastidio questi politici romani, spocchiosi e arroganti, che si permettevano di guardarci dall’alto verso l’alto. Sognavo che tutti i Sardi si sarebbero uniti, come una forza sola e avrebbero marciato contro la corruzione e il dominio dei colonizzatori. E mi arrabbiavo quando leggevo che la nostra isola è quasi un continente, con le diversità così evidenti, che a volte non ci si capisce da un paese all’altro, che magari distano appena qualche chilometro.

Poi andavo nelle case a portare la mia idea di libertà, i miei ideali di unità. I miei compaesani, belli come tutti i vecchi, tanto più se sono sardi (e nel mio caso anche siciliani, pugliesi e napoletani) mi dicevano: “Tenisi arrexoni, o Torixeddu! Ma chi diventausu indipendnentisi sa pensioni, a nosu, chini si da pàgada? Su dinai nostru esti in s’Impisi!”. 
Cari vecchi nonni , fratelli di una Sardegna antica che non c’è più! Fieri e orgogliosi Sardi, coraggiosi e valorosi soldati della Brigata Sassari! Ovunque voi siate io vi abbraccio. Vi amo ancora come vi amai quando eravate in vita!

Ancora mi chiedo chi siamo noi Sardi.

domenica 17 gennaio 2021

La mia musica preferita



Quando mi rilasso al PC mi piace ascoltare la musica degli anni sessanta e settanta. Gli autori che preferisco tra gli Italiani sono: Celentano, Fred Bongusto, Peppino Galiardi, gli Alunni del Sole, I Dik-Dick, Lucio Battisti e Alan Sorrenti (quello di Aria, prima maniera, per intenderci); tra gli stranieri mi piacciono I Pink Floyd, I Genesis (ma sino a Peter Gabriel, non oltre), B.B. King, John Mayall e tanti altri.

Quando sono malinconico metto un po’ di Fado portoghese, della musica napoletana, del Flamenco (Gipsy King!) o del buon Blues.

Non disdegno neppure, di quando in quando, le cantanti italiane: Mina, Patty Pravo, Dalida e Iva Zanicchi sono tra le mie preferite.

Tra i cantautori mi piacciono molto Fabrizio De Andrè, Paolo Conte, Gino Paolo, Luigi Tenco, Ivano Fossati, Leo Ferrè.

Non mi dispiacciono neppure Ettore Petrolini e Maurice Chevalier, ma lì siamo già fuori dalla musica e ci troviamo nell’avanspettacolo, nel cabaret.

Poi ci sono tanti altri che mi emoziono nell’ascoltare. Ma qui ho citato soltanto quelli che ascolto con maggiore frequenza.

Per esempio, da giovane, mi piacevano molto Gabriella Ferri e Jimi Hendrix; per un periodo sono stato perfino un seguace dell’heavy metal (AC/DC, Black Sabbath, Deep Purple, quella roba là) e del Punk (ma quello è stato un amore veramente fugace e passeggero); era la nebbia londinese che mi aveva un po’ offuscato i sensi e non distinguevo bene la vera musica dal rumore.

Oggi, se dovessi ritornare a teatro, prediligerei un buon concerto di musica classica oppure un’opera lirica (la Carmen di Bizet, la Tosca di Puccini e il Barbiere di Rossini sono tra le mie preferite).
Ma quando sono al PC e scrivo o lavoro, non c’è migliore compagnia per me della musica italiana degli anni sessanta e settanta!Quando mi rilasso al PC mi piace ascoltare la musica degli anni sessanta e settanta. Gli autori che preferisco tra gli Italiani sono: Celentano, Fred Bongusto, Peppino Galiardi, gli Alunni del Sole, I Dik-Dick, Lucio Battisti e Alan Sorrenti (quello di Aria, prima maniera, per intenderci); tra gli stranieri mi piacciono I Pink Floyd, I Genesis (ma sino a Peter Gabriel, non oltre), B.B. King, John Mayall e tanti altri.


Quando sono malinconico metto un po’ di Fado portoghese, della musica napoletana, del Flamenco (Gipsy King!) o del buon Blues.


Non disdegno neppure, di quando in quando, le cantanti italiane: Mina, Patty Pravo, Dalida e Iva Zanicchi sono tra le mie preferite.


Tra i cantautori mi piacciono molto Fabrizio De Andrè, Paolo Conte, Gino Paolo, Luigi Tenco, Ivano Fossati, Leo Ferrè.


Non mi dispiacciono neppure Ettore Petrolini e Maurice Chevalier, ma lì siamo già fuori dalla musica e ci troviamo nell’avanspettacolo, nel cabaret.


Poi ci sono tanti altri che mi emoziono nell’ascoltare. Ma qui ho citato soltanto quelli che ascolto con maggiore frequenza.


Per esempio, da giovane, mi piacevano molto Gabriella Ferri e Jimi Hendrix; per un periodo sono stato perfino un seguace dell’heavy metal (AC/DC, Black Sabbath, Deep Purple, quella roba là) e del Punk (ma quello è stato un amore veramente fugace e passeggero); era la nebbia londinese che mi aveva un po’ offuscato i sensi e non distinguevo bene la vera musica dal rumore.


Oggi, se dovessi ritornare a teatro, prediligerei un buon concerto di musica classica oppure un’opera lirica (la Carmen di Bizet, la Tosca di Puccini e il Barbiere di Rossini sono tra le mie preferite).


Ma quando sono al PC e scrivo o lavoro, non c’è migliore compagnia per me della musica italiana degli anni sessanta e settanta!

sabato 9 gennaio 2021

The Bully Boy

 



Donald Trump reminds me of that bully boy, a playmate from my childhood, with whom we played football.
 Unlike us, he was a kind of  child, to whom his parents did not deny anything. 
Some evenings, when he got tired of his individual games, he would join us in the small  field where we strolled around until the sun went down. Often he  brought with him a new football of his.
Then two teams were formed. I remember that he wanted to build his team with the strongest and most capable, even if the latter were not always happy to be on his side. 
Nonetheless, when his team lost, or he couldn't score, or things didn't turn as he said, he accused the referee of favoritism and in order to win, he was able to argue that one of his shots, clearly out of goal,  had instead entered the mirror of the door. 
When he was unable to impose his will, he would walk away, taking his balloon with him. 
So, sometimes, in order not to remainfootballless, we would bow his head and give it to him. 
This is what Donald Trump clearly  did. 
He wanted to take the White House away, because the voters didn't vote him. 
But this time, the owner of the ball went wrong.

giovedì 7 gennaio 2021

Aytaç Unsal Free




While some proud boys are attenting to democracy at Capitol Hill, some other  turkish proud boys are attempting the core og the law at Istambul, arresting Aytaç Unsal, a lawyer accused  for defending in a trial the  oppositors of Turkish proud boys leader Erdogan!

Let's remember that any time a dictator attempts the right of defence in a trial, he attempts to democracy.

The right of defence is a result of a millennial struggle against the power, in order to guarantee to any defendant, not matter if guilty or not guilty, the legal defence in a trial.

The assault to Capital Hill, the arrest of Aytaç Unsal, even the abuse of patience of some new, modern Ctilina in Rome, are ominous signals of the sunset of our democracy in nowdays world.

Let's rise the voice against dictatorship, against anarchy, against the law of the strongest.

Let's howl at one voice: Free Aytaç Unsal in Turkey! Right now!


sabato 2 gennaio 2021

I Thirsenoisin - 21


 


I nuragici erano abituati da secoli a muovere carichi simili; lo avevano fatto da millenni per costruire i loro monumenti megalitici: i nuraghi, le tombe dei giganti, le domus de janas e i pozzi sacri; per i noresi fu un problema inatteso e preferirono cercare dei percorsi alternativi. Ma così facendo caddero nelle imboscate che i nuragici gli avevano teso; gli arcieri nuragici seminarono la morte tra le fila dei noresi; finalmente a sera, trovarono uno spiazzo dove accamparsi; lo ripulirono e allestirono dei fuochi per passare la notte. Il secondo giorno fu un altro giorno funesto per i noresi; gli attacchi dei nuragici erano improvvisi e micidiali; le milizie di Arzùna non riuscivano neppure a vederli; e inseguirli sarebbe astato un azzardo in quel territorio rocciose e scosceso ad essi completamente sconosciuto. Il terzo giorno prese a soffiare un vento di tramontana. I noresi procedevano decisi a espugnare la reggia di Kolossoi. Le guide rassicuravano Arzùna che ormai si trovavano a metà strada. Ma Itzoccar durante la notte fece accumulare delle sterpaglie a favore di vento e appiccò il fuoco. Le fiamme avvolsero l’accampamento dei noresi che furono costretti ad abbandonare il campo e a rimettersi in marcia. Ma nel buoi della notte li aspettavano al varco i nuragici, in un passaggio obbligato. Passata la nottataccia Arzùna conto le sue perdite. I suoi viveri, rispetto alla partenza di Su Murìle, dove aveva lasciato i suoi duemila uomini di stanza,  erano stati dimezzati e aveva perso ben cinquecento fanti, tra morti e dispersi. Decise che avrebbe marciato la notte e riposato durante il giorno. La mossa sembrò funzionare. Ci fu qualche altra scaramuccia, degli agguati, soprattutto la notte, ma dopo tre giorni Arzùna fu in vista della reggia nuragica. Arzùna si sentì fiero ed emozionato quando vide la reggia da lontano. Al di là di un immenso villaggio di capanne, rialzato su una collinetta, svettava un torrione maestoso, circondato da latri quattro torrioni, uno per ogni punto cardinale.

Arzùna mandò una delegazione alla reggia a parlamentare. I dodici ufficiali portavano una bandiera bianca e una richiesta di resa incondizionata: arrendersi per avere salva la vita.

I dodici ufficiali tornarono presto, frastornati e mogi. La reggia era disabitata. Arzùna sul momento ci restò male. Poi prese una decisione repentina e impartì un ordine a voce spiegata:

« Valorosi combattenti Shardana! In nome del Senato e della città di Nora prendiamo possesso della reggia di Kolossoi!»

Così, i duemilaecinquecento soldati dell’armata di Nora si sistemarono nel villaggio di Kolossoi. Arzùna e altri trecento, tra  ufficiali e fedelissimi si sistemarono nella reggia; i restanti nelle comode e solide capanne tutt’attorno al villaggio. 


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