last moon

sabato 24 aprile 2021

La Terza via - 5

 



A Londra era tutto un proliferare di sette new wave di ispirazione per lo più orientale: buddhiste, indiane, cinesi, persiane; e i giovani si perdevano appresso a questi venditori di illusioni e di sogni, mascherati da spiritualità antiche e profonde. E non ho mai capito se fossero i giovani più smaliziati o quelli più fragili confondere la ricerca dello spirito con le sostanze che alteravano la percezione della realtà ordinaria; probabilmente la questione era correlata alle letture più in voga in quel momento: Aldous Huxley, Allen Ginsberg e i poeti della Beat Generation, Baudelaire, Herman Hesse e chissà quanti altri ancora. Tra questi c’era sicuramente anche il sudamericano Carlos Castaneda, trapiantato negli USA per studiare Antropologia e finito poi  in Messico ad applicare sul campo i suoi studi sul popolo degli Huicholes, uno dei tanti ceppi originari del territorio attorno all’altipiano della Sonora che assumevano il peyote, il fungo contenente la mescalina, che a quanto pare li metteva in contatto con un mondo fantastico. Eppure l’antropologo peruviano (lì mi pare fosse  nato Castaneda) spiegava bene di non amare queste droghe. Ma non c’è niente da fare: ognuno sceglie ciò che più gli aggrada in ogni lettura, soprattutto se condotta senza un’adeguata guida.

Così, leggendo quella trilogia che mi era capitata tra le mani (ma la serie completa, come scoprii più avanti negli anni, conta molti più volumi), sognavo di diventare l’allievo di uno sciamano yaqui (nei libri non viene mai menzionata l’esatta etnìa dello sciamano che funge da maestro per lo scrittore, forse per evitare il turismo superficiale di viaggiatori interessati soltanto allo sballo facile, laddove la ricerca dell’autore, sembrava invece avere tutti i crismi di una vera e propria ricerca antropologica e di uno studio sul campo), di ingerire il peyote e di fumare; di padroneggiare la bilocazione riuscendo  a librarmi in volo, come un autentico volatile; e tutte le altre fantasticherie che andavo leggendo; e che sembravano credibili e vere; e magari lo erano veramente, chissà! Quando si è giovane è più facile credere e sognare l’inverosimile; e perfino l’impossibile.

https://www.hoepli.it/libro/la-terza-via-un-uomo-un-viaggio-tre-strade/9788833812366.html

 

domenica 18 aprile 2021

La Terza via - 4

 



In viaggio per Londra, in quel luglio  del 1977,  mi accompagnavo casualmente a una mia ex compagna  della ragioneria,  che mi piaceva sin dai tempi della scuola, anche se non le avevo  mai dichiarato i miei sentimenti, sempre frenato dalla mia timidezza e dalle mie interiori paure. La ragazza era comunque fidanzata e presto l’avrebbe raggiunta a Londra  il suo ragazzo per riportarsela a Cagliari e convolare così  insieme a giuste nozze.

Ad essere sincero ero partito con l’idea di trovarmi un lavoro per l’estate,  di farmi qualche soldo e poi di ritornarmene a casa e di concludere gli studi universitari; in fondo mi mancavano soltanto cinque o sei esami per arrivare alla laurea.

Londra mi piacque subito. Mi piacquero le grandi vie e i grandi parchi dell’West End e mi piacquero i vicoli più intimi e contenuti di Soho; complessivamente sentii che in quella città ci stavo bene; diciamo che il suo fascino misterioso, che sembrava aleggiare, soprattutto la sera,  sui caseggiati di pietra e in quegli edifici che trasudavano storie, mi avvinse in una spirale di emozionanti  sensazioni, come se avessi già vissuto, in un remoto passato, tra quelle mura e in quei luoghi. Niente di definito o di certo, sia chiaro, ma soltanto delle sensazioni; nulla di più. Forse avvertivo, in quel momento di estrema solitudine, che Londra era una città sola e solitaria, come me; e le nostre solitudini si fusero e io trovai lì rifugio e consolazione, in quella metropoli che ancora costituiva, come era stato per secoli, rifugio per anime inquiete e pellegrine, ma anche per perseguitati in cerca di protezione e libertà.

https://www.hoepli.it/libro/la-terza-via-un-uomo-un-viaggio-tre-strade/9788833812366.html

giovedì 15 aprile 2021

Old and new dictatorships




How many dictators will we still have to see, haranguing from the balconies of power, the dull masses of the Naziolists, before a true universal government forever prevents them from exercising a power that offends the soul of the world?
 How many Hitlers, how many Mussolins, how many Erdogan, will we still have to endure, without being able to prevent them from imprisoning dissenting politicians and the lawyers who defend them? 
 The latest, in order of time, seems to be the elected president of Turkey Recep Tayyip Erdogan, one who has imprisoned dozens of lawyers, guilty in his eyes of having defended dissenting politicians in court. The bully of Instambul now took it out on Mario Draghi, who had the courage (and perhaps also the unconsciousness, being a non-political in a strictly sense) to remove from him the mask of democratic fiction behind which he disguised himself since long time and that other politicians pretend not to see, in the name of diplomacy, business and politics.
 The diatribe between Mario Draghi and the Turkish president starts from the recent "sofagate", the diplomatic incident involving the Turkish ceremonial, which saw Ursula Von der Layen, president of the EU Commission, deprived of the diplomatic chair that was due to her (perhaps more as a woman than as chief of the executive of the European Union) and on which the president of the European Council
Charles Michel, has instead slammed! 
 But that's just the finger! The moon, or rather the real question that lies behind this apparently trivial motivation, is the exit from the Istanbul Convention, already signed by Turkey in 2011, from which Erdogan wanted to call himself out, worried that international norms they could force him to respect those human rights that he refuses to acknowledge even to men; and even less to  women, mercilessly imprisoned, even if they perform defense functions in court as lawyers! 
 And here it  comes to the focal point of this post. 
The only way to stop these dictators of whom we've really had enough,  would be to set up a world government that abolishes by law all naziolisms, discrimination and the thirst for power that are the common denominators of every and each  dictator, since  the existing world! 
 I know it won't be easy! 
But must we wait for an alien's invasion in order to unite in an international coalition that recognizes the right to exist for all peoples? Or should we wait for the ongoing third world war to finish destroying the earth?
You may also say I'm a dreamer, again; but dreams and words are the only arms I have to make my thought spread!

sabato 10 aprile 2021

La Terza via dei bohemiens



A me queste figure di bohemiens piacevano da morire. Non mi riferisco  soltanto alle donne. Michelle, certo, mi piaceva; ma era la donna di un amico; e per me era sacra e intoccabile. Mi riferisco in generale a quei giovani che allora riuscivano a vivere di espedienti, magari suonando la chitarra nelle metropolitane, oppure dipingendo, come Michelle, o vendendo prodotti artigianali di propria fattura. Mi affascinava quel mondo, avvolto nel mistero, dove si praticava il sesso libero e ci si perdeva nel fumo e nei sogni della droga, senza pensare ad altro che al presente; senza rogne e senza impegni; senza orari di lavoro o di studio. Se i ricchi potevano farlo grazie ai loro soldi, io, che ricco non lo ero e non aspiravo neppure a diventarlo, avrei potuto esserlo, o meglio immaginavo di diventare libero,  grazie all’arte, all’ingegno, a una qualche forma di creatività che purtroppo non avevo.

Ma in fondo, sognare non costava niente. E io sognavo di essere ciò che non ero. Magari, mi dicevo, potevo migliorare nella chitarra. Ma avrei avuto il coraggio di mettermi a suonare nei corridoi della metropolitana? 

https://www.hoepli.it/libro/la-terza-via-un-uomo-un-viaggio-tre-strade/9788833812366.html