Il lunedì successivo il commissario Santiago De Candia
doveva recarsi in procura a richiedere l’emissione di un mandato di cattura per
Andrea Picciau.
Il quadro indiziario era stato composto dal suo team
nelle settimane precedenti.
Con l’aiuto dell’avvocato Levi anche gli ultimi
tasselli del mosaico erano andati al loro posto.
Se anche l’assassino di Via Giudicessa Adelasia fosse
partito per il continente le sue ore di libertà erano contate.
Adesso l’assassino col coltello in mano, già
condannato dai giornali, dai programmi televisivi e dai clienti del bar
Intilimani veniva scagionato in pieno.
Il commissario arrivò al bar di Tonio per la sua
consueta colazione.
Gli avventori del mattino avevano già sostituito le
ultime vicende di cronaca nera con la nuova impresa del
Cagliari, che era riuscito a pareggiare con la Juve, nei minuti di recupero,
con un gol di Zola, di testa.
Nelle pagine interne dell’”Opinione”, il giornale più
importante del sud Sardegna, nelle notizie di cronaca, un trafiletto attirò l’attenzione
del commissario, quando ormai aveva già finito il suo cappuccino e si accingeva
ad alzarsi per recarsi in ufficio.
La droga aveva falciato altre due giovani vite, a Olbia. Due giovani, una donna, appartenente a una famiglia molto in vista del capoluogo gallurese, e un uomo originario di Carbonia, erano stati trovati fulminati da un’overdose di una partita di eroina pura, arrivata recentemente in città.
Il commissario, una volta fuori, si accese una
sigaretta.
Se il procuratore capo gli avesse rilasciato il mandato
di cattura che gli aveva richiesto nelle settimane precedenti, forse Andrea
Picciau si sarebbe salvato.
Ma era quello che avrebbe voluto davvero quel giovane
uomo?
Non era forse andato incontro al suo destino?
E sua sorella Maria Grazia? Avrebbe appreso la notizia
dal giornale? O l’avevano già chiamata le autorità competenti da Olbia,
acquisendo il suo nominativo dai documenti di identità trovati addosso a suo
fratello?
Lui l’avrebbe chiamata comunque per farle le
condoglianze.
Era suo dovere farlo.
E subito dopo avrebbe chiamato Luisa Levi.
Poi sarebbe andato in Procura. Spettava a loro
archiviare la pratica.
La morte aveva estinto tutto.
I ricordi, le speranze e gli affetti.
E anche i reati commessi in vita da Andrea Picciau.
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