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domenica 10 aprile 2022

Un'indagine al di là di ogni evidente apparenza-45

 


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Il commissario De Candia amava molto il teatro; sicuramente più del cinema; suo padre era stato abbonato per una decina d’anni,  alla rivista ‘Il Dramma’, il quindicinale che Lucio Ridenti, alias Ernesto Scialpi, aveva diretto sino alla fine degli anni sessanta; su quella rivista, sin da ragazzo, si era fatto una certa conoscenza del  teatro di prosa italiano in auge negli anni a cavallo tra il cinquanta e il sessanta, familiarizzandosi con i grandi interpreti di quegli anni: Gino Cervi, Ernesto Calindri, Paolo Stoppa, Andreina Pagnani, Paola Borbone, Emma e Irma Gramati, lo stesso Vittorio Gassman (poi transitato con successo al cinema);  successivamente l'opera,  grazie alla moglie, melomane competente e appassionata,   aveva preso il sopravvento sulle altre forme di spettacolo e il teatro era rimasto relegato nei ricordi in bianco e nero della televisione e in quelle riviste quindicinali.

Schnitzler lo conosceva di fama e aveva persino letto qualcosa di suo, in passato. Non era tra gli autori che conosceva meglio, questo è certo. Senza ombra di dubbio lo considerava un grande autore, ma troppo introspettivo e cerebrale; troppo attento a scavare dentro la psiche dei suoi personaggi,  mettendo in luce insieme alle loro fragilità, anche le debolezze di una società fondata sulla finzione, sull’ipocrisia e sulla menzogna. Qualcuno sosteneva addirittura che l’autore fosse l’alter ego di Sigmund Freud, tutto teso com’era, nella sua produzione drammaturgica, a scavare dentro i personaggi, alla ricerca delle pulsioni nascoste, delle libido sommerse nel sub conscio, dei segreti della psiche.

Ma se la sua amica Luisa Levi amava molto quell’autore (come a lui era sembrato di intuire dall’entusiasmo con cui, poco prima, gli aveva comunicato l’evento) lui era pronto a rivalutarlo e anche ad esaltarlo, se necessario. Non di meno, egli preferiva spettacoli meno impegnativi; era portato a divertirsi e, possibilmente anche a ridere, quando andava a teatro.

Forse era un suo limite, una sua autodifesa, non vedere quelle debolezze, quelle maschere, quelle finzioni del mondo reale che i grandi drammaturghi riuscivano a mettere in scena.

Del resto, lui, di maschere ne vedeva abbastanza nel suo ambiente, tra diseredati e ricercati, colleghi, superiori e magistrati. E forse l’aver perso la sua compagna prematuramente, dopo appena dieci di matrimonio, gli aveva impedito di vedere la loro unione degradare  negli abissi dell’abitudine e dell’ipocrisia che sembravano emergere da certi capolavori della drammaturgia del secolo ventesimo appena scorso.

Prima di addormentarsi, mentre già il tomo che stava consultando gli incominciava a ballare davanti agli occhi semichiusi, gli venne in mente quella spiegazione che l’avvocato aveva abbozzato, per giustificare la sua sparizione improvvisa, dopo che la loro storia sembrava essersi invece avviata verso un percorso di consolidamento.

Luisa Levi aveva avuto forse paura che la loro unione potesse scivolare su un crinale di noia e di abitudine, spegnendo quella loro  attrazione, fisica che era  anche mentale, psicologica e intellettuale?  Quell’attrazione che si era concretizzata, in più di un’occasione, in amplessi appassionati  che li avevano visti fusi in una congiunzione quasi magica, come due corpi celesti attratti da una forza misteriosa, costante ed eterna come la forza gravitazionale che tiene uniti gli astri e le galassie  nell’universo infinito!

Quando si svegliò il commissario ripose il libro che gli era caduto dalle mani e si preparò per la sua passeggiata a Monte Urpinu, dove andava tutte le volte che poteva, a camminare, più che a correre, e a respirare in piena libertà tra i pini, i carrubi, gli olivastri  e le querce dell’immenso parco, un tempo periferia della città di Cagliari dove avevano regnato le volpi e gli scoiattoli e che oggi risultava inglobato nel centro abitato, pur continuando a costituire un polmone fondamentale per i cagliaritani e per chiunque desiderasse immergersi nella natura, lasciandosi alle spalle inquinamenti e rumori.

E lui, al dilettevole, univa anche l’esigenza di mantenersi in forma, preservando dall’incipiente sedentarietà, gli addominali che aveva coltivato nei decenni precedenti e la forma fisica alla quale teneva ancora così tanto.

Ed era grazie a quelle sue ricorrenti passeggiate che era riuscito a tenere a bada il suo peso e la pinguedine incipiente, che aspetta gli uomini al varco della cinquantina; anche se il commissario, tuttavia, aveva ancora qualche anno prima di raggiungere il fatidico traguardo del mezzo secolo di vita.

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