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Capitolo dodicesimo
L’indomani mattina, il commissario De Candia, proprio
mentre si accingeva a cucinare, ricevette la telefonata di Luisa Levi. Il giorno prima si erano incrociati
casualmente al terzo piano del Palazzo,
mentre lui si recava dal procuratore capo e lei nella segreteria di un
sostituto procuratore per depositare una nomina e consultare dei documenti. Si
erano dati appuntamento telefonico per il giorno dopo.
«Com’è andato l’incontro col grande capo?»
chiese l’avvocato dopo i convenevoli di prammatica.
«Come
immaginavo non ha ritenuto maturi i tempi per l’emissione di un mandato di
arresto! Pensa che ha avuto il coraggio di dirmi che occorre stare attenti, perché
la stampa è sempre pronta a criticarci, in caso di errore!»
«Da quale pulpito!»
esclamò l’avvocato!
«Eh già!»
disse semplicemente il commissario che, per il suo carattere, aveva già parlato
troppo sull’argomento. L’avvocato afferrò subito il concetto.
«In realtà ti telefonavo per sapere se domani
sera ti va di andare a teatro. Ho due biglietti per il Massimo!»
«Davvero?»
disse con entusiasmo il commissario. «E
cosa si va a vedere di bello?»
«C’è ‘Girotondo di Arthur Schnitzler!’»
rispose con entusiasmo l’avvocato Levi.
«Domani a che ora?» chiese
il commissario.
«Alle 21,00»
rispose lei. «Come va per il resto?»
aggiunse poi convergendo su argomenti più generici!
«Bene!»
Stava aspettando quella telefonata per invitarla a pranzo. Il commissario
decise di tentare, senza sbilanciarsi. «Mi
spiace che tu non possa essere a pranzo qui da me! Mi accingo a preparare la
‘pasta coi fagiolini alla pugliese’!»
«Peccato davvero!»
disse l’avvocato «Ma ho già promesso a mio
figlio che sarei andata a prenderlo a scuola e devo anche preparare qualcosa per
pranzo!»
«Sarà per un’altra volta!»
disse il commissario con una nota di delusione nella voce.
«La prossima volta potrebbe essere sabato
prossimo! Mio figlio andrà con gli amici a Calasetta, dove i genitori di uno di
loro hanno una seconda casa!»
«Benissimo! Ti precetto per sabato prossimo
allora!»
rispose cogliendo la palla al balzo il commissario.
«Certamente ! Dopo che accompagno mio
figlio a Calasetta sarò lieta di assaggiare le tue specialità gastronomiche!»
«Comincio
già a pensare al menù! Preferisci carne o pesce?»
chiese il commissario.
«Fai
tu! Per me vanno bene entrambi!» rispose l’avvocato.
«Bene!
Siamo d’accordo! Buon sabato allora! Per
domani va bene se passo a prenderti alle 19,30?»
«Domani
alle 19,30 va benissimo. Buon sabato anche a te!»
Il
commissario, reso ancor più lieto dalla telefonata, si accinse a cucinare.
Sbucciò mezza cipolla, tagliandola a tocchi grossi e
la mise a soffriggere in un filo d’olio d’oliva. Aggiunse quindi la polpa di
pomodoro e un bicchiere d’acqua con un pizzico di sale. Nel frattempo che il
soffritto procedeva mise a bollire una pentola d’acqua e si mise a pulire in
fretta i fagiolini, privandoli delle estremità e levandoli sotto l’acqua
corrente.
Salò l’acqua che aveva preso a bollire e ci mise
dentro i fagiolini. Dopo cinque minuti
li scolò con un mestolo bucato e li mise nella padella del sugo e ve li lasciò
quindici minuti buoni.
Nell’acqua dei fagiolini, riportata al bollore, mise
duecento grammi di pasta integrale: una metà l’avrebbe consumata subito e l’altra
metà l’avrebbe lasciata a domani. Completò il pranzo con un assaggio di
formaggi, un’insalata verde e un buon bicchiere di vino rosso Cannonau.
Dopo il caffè andò a ripescare il quarto volume della
sua Storia del Teatro della Garzanti e, sdraiato sul divano, si concentrò su
Arthur Schnitzler.
Scoprì che l’ultimo
film di Kubrick, un regista che aveva apprezzato molto in gioventù, e
che avevano da poco ripassato in prima assoluta TV, era stato tratto da un
romanzo dell’autore viennese ‘Doppio sogno’; lo stesso commediografo della
‘Giovane Vienna’ che a suo tempo scandalizzò i benpensanti suoi contemporanei
con ‘Girotondo’, il dramma in programmazione al Teatro Massimo, che la sua
amica Luisa Levi lo aveva invitato a vedere all’indomani.
continua...
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