La scuola per ragionieri, pur essendo frequentata da tantissimi ragazzi intelligenti (quanto lo sono i licei) non è certo la sede adatta per disquisizioni filosofiche.
Allora, per far capire agli studenti, mi inventavo delle situzioni in cui un indagato apparisse colpevole a prima vista ma poi, in realtà, non fosse colpevole.
Uno di questi casi inventati si chiamava “l’assassino con il coltello in mano” e narrava di un giovane sfortunato che era stato trovato da una volante dei Carabinieri, con ai piedi il copro esanime della ricca zia, che lo aveva nominato erede testamentario, morta per accoltellamanto; e l’arma del delitto era stretta nella mano insanguinata del giovane nipote.
Questa storia mi ha offertto lo spunto per il primo romanzo della serie che ho dedicato al mio personaggio Santiago Se Candia, commissario capo della sezione omicidi della Questura (in realtà si tratta del secondo episodio, ma il primo l’ho autoprodotto; anche se adesso, su consiglio del mio editore, l’ho ritirato dagli scaffali elettronici di Amazon e compagnia alienante).
Il romanzo si trova in tutte le piattaforme della rete libraria on line (Amazon, mondadori, hoepli, feltrinelli,IBS, Libreria Universitaria ecc.) oppure si può ordinare in tutte le librerie (arriva in tre giorni lavorativi). Infine, se siete di passaggio nella via Alghero di Cagliari, entrate nella libreria Muscas e compratelo lì che lo trovate di presenza.
Una delle obiezioni più arrabbiate che mi muovevano gli studenti era infatti quella di ritenere inutile spendere tanti soldi per un processo quando taluno rrisultasse colpevole all’evidenza dei fatti.
Grazie a questi esempi era molto più agevole far capire loro, da un lato l’importante di costruire le prove decisive (a carico o a discolpa) nel dibattimento, attraverso il contraddittorio e la dialettica tra difesa e accusa; dall’altro come l’apparenza, spesse volte, sia ingannevole.