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«Anche io volevo dirvi qualcosa»
intervenne il commissario ridendo alla battuta «Sono
stati fatti due prelievi con il bancomat della signora Emma Pirastu! Tutti e
due da 500 Euro, il massimo consentito: uno è di domenica sera, effettuato a
Cagliari; l’altro è di lunedì, ore cinque del mattino, e risulta fatto a
Iglesias. Poi la banca, appresa la morte della sua cliente dai giornali, ha bloccato il conto»
«Forse il cerchio si stringe per davvero
attorno al nostro uomo!» ribadì l’ispettore
Zuddas.
«Può darsi»
replicò il commissario. Ma la richiesta di emissione di un ordine di cattura
forse è ancora prematuro. Se avessimo qualche altra prova. «Avete
saputo qualcosa su quei gioielli? »
«Io ho fatto un po’ di giri dai vari compro
oro e da alcuni ricettatori che a volte
ci danno una mano: nessuno sa niente. I compro oro, che registrano tutto, non
hanno visto niente, mentre i ricettatori mi hanno detto che, difficilmente uno di loro, accetterebbe refurtiva proveniente da un
furto di sangue» disse il sovrintendente,
riferendosi al fatto che ai ricettatori non sfuggiva che i gioielli risultavano rubati in una casa
dove era stato commesso un omicidio.
«Io ho chiesto a Carbonia, ma mi hanno
detto che per piazzare certa refurtiva tutti vanno a Iglesias o, addirittura, a
Oristano e perfino a Nuoro. Però si riferivano ai preziosi rubati a Carbonia…»
disse l’ispettore Zuddas. «O magari ai preziosi
rubati dai ladri di Carbonia…» aggiunse Zuddas, quasi
continuando il suo discorso precedente.
«Facciamo
così» disse
il commissario chiudendo il fascicolo e mettendoselo sottobraccio. «Io
adesso vado in Procura. Voglio sentire il parere del procuratore su un
eventuale mandato di cattura nei confronti di
Andrea Picciau; se come penso il procuratore capo mi dirà di no,
proseguiamo nelle indagini sulla ricerca di altre prove. Io mi occupo
personalmente delle indagini da fare a Iglesias, tu Zuddas vedi se riesci a sapere qualcos’altro
da Carbonia e tu Farci insisti con Cagliari, Quartu e Hinterland. Qualcosa mi
dice che stiamo per chiudere il caso.”»
«Laqueo
captus vulpes!» sentenziò l’ispettore.
Il
commissario li salutò per andare in procura, mente i due si sbeffeggiavano a
vicenda, polemicamente.
Il
commissario sorrise tra sé. Sapeva che di lì a poco, sarebbero andati al bar a
far pace.
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