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Capitolo 5
A Londra gli italiani che andavo via, via conoscendo potevano dividersi in due categorie: quelli stabili, o stanziali, come Donato e Giampiero, e quelli di passaggio, che venivano a fare una
vacanza, magari di studio, ma sempre di
vacanza si trattava.
La mia impressione era che a tutti questi italiani di Aldo Moro non gliene fregasse molto. Anzi, li definirei degli anticasta ante-litteram. Io mostravo indifferenza, coerente con la mia scelta di
non schierarmi né con i brigatisti, né con il loro nemico, lo Stato.
Questi
italiani di passaggio a Londra parlavano invece apertamente contro la classe
politica, soprattutto quella democristiana, corrotta, asservita agli americani
e in combutta con i servizi segreti deviati, quelli che avevano messo le bombe.
Adesso è normale sentir parlare male dei politici, ma all’epoca io ero convinto che esistessero anche dei politici onesti. Il cinismo di questi vacanzieri mi colpiva; e non certo positivamente.
Quando fui stufo di sentire tutte quelle chiacchiere cominciai a spacciarmi per spagnolo, o per argentino; almeno con gli italiani, così sfuggivo alla morsa di quelle notizie e di quelle discussioni; quantomeno riuscivo ad evitare quelle conoscenze superficiali che non mi portavano niente di buono. Preferivo fumare e non pensare a niente di impegnativo. Lavoravo e fumavo; fumavo e
pensavo; e nel frattempo cercavo la mia strada.
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