CANTO SECONDO
(Ove
l’Apostolo ANDREA narra le sue peripezie in Acaia)
Fonte di ispirazione: i documenti
del Martirio di Sant’Andrea (ccdd Vangeli apocrifi);
Periodo di riferimento: dal 29 d.C. circa al 67 d.C. circa;
Per gli avvenimenti storici e culturali del periodo v. il Canto
precedente;
Quartine a rime alternate
E incrociate con versi anisosillabici
Settenari e ottonari
Prologo
Fra i
compagni di Gesù
Io son
Andrea, più d’anni
Carico
che di virtù
Ma fu
a me e a Giovanni
Che il
Grande Precursore
Sulle
rive del Giordano
D’eloquio
e con la mano
Indicò
Rabbì Signore
Io
glielo dissi a Pietro
Che
allora fu secondo
A
seguire il RE del Mondo
Di
poi, io gli fui dietro.
Di ciò
non mi lamento;
Anzi, fu una scelta mia,
Dovuta
a ritrosìa
D’operaio
macilento!
A me
in fondo importava
Soltanto
che il Signore
Leggesse
nel mio cuore
Tutto
il resto non contava
E
questo io dimostrerò
Svelando
ciò che celato
Per
lungo tempo è stato
Come
di seguito dirò.
Avvisarvi
però devo
Per
rispetto ai Sacri Testi
Che
qui son solo resti
Di
quel glorioso Evo
Che i
quattro evangelisti
Han
raccolto con bravura
E con
divina cura
Da me
e da chi li ha visti
Svolgersi
in lor presenza
E son
Testi rivelati.
Questi
qui presentati
Di
quel crisma sono senza.
Peripezie di Andrea dopo la morte di Gesù
1. Dopo
di
Cristo, com’è noto,
fu
fatta la divisione
del
mondo ove ancora ignoto
2. era il
Verbo di Gesù.
Dopo
qualche giro in Asia
A me
toccò l’Acaia
Cioè
quella regione giù
3. della
Grecia, ad essa unita
per
l’istmo di Corinto
ed io
fui là sospinto
per
renderla erudita
1.
del Messaggio Cristiano
quando
il proconsole Egea
le
veci a Vespasiano
ed al
Romano Imper facea.
2.
Ond’io a Patrasso gli chiesi
quale fosse la ragione
della
sua persecuzione
per
udirne poi le tesi.
3. Dissi:
- “Tu giudice in terra
Al Giudice del Ciel onor
Rendi con tutto il cuor
Non più l’odio che rinserra”.
1.
Così contestommi Egea:
“-Di superstizion foriero
e di falsi dèi, tu sei Andrea
nemico dell’Impero”
2.
Ed io tosto gli ribattei:
“-Il Figlio di Dio Gesù
fra gli uomini
quaggiù
scese a dirci quali dèi
3.idoli di
fallacia
son dell’uomo ingannatori.
Di dirlo agli imperatori,
Per lor salvezza,
ti piaccia.
1.
E che
di ardente carità
e volontar supplizio,
ancorchè per il giudizio,
di vilipesa deità
2.
patì
l’Autore sul legno
di Croce”. Egli riprese:
”-Queste sono pretese
d’uno discente indegno.
3.
Consta
ch’Ei fu tradito
E dagli stessi Ebrei,
Sia patrizi e
sia plebei,
Sulla Croce fu trafitto”.
1. Ma io
risposi: “-Sofferto
Egli ha,
volontariamente.
Io c’ero, perciò son certo!
E ciò che dico ho in mente
2. perché da Lui ho udito
predire
e
e di colui che tradito
3. l’avrebbe per la salvezza
degli uomini e del mondo;
e di come iracondo
rispose con asprezza
1. a mio fratello Pietro
che Gli chiese clemenza
per quel Suo
destino tetro.
Questo è quanto Eccellenza”.
2. “-E’ per me poco sagace”
riprese
quegli fisso
“che un probo sia seguace
d’un morto crocefisso”.
3. - “Il mistero della Croce
io vorrei spiegarti Egea
se tu di udire hai idea
col cuore la mia voce”.
1. - “T’ascolto,
ma sia inteso
che a tua volta tu m’udrai
sennò sarai lì appeso
se ai miei dèi non renderai
2.
incenso
e devozione.”
-“Non il fumo dell’incenso
ma la mia fede e il senso
della vita
ed ogni azione
3. io offro in sacrificio
al Dio Onnipotente;
e immortale, vivente
resta dopo il supplizio
1.
ogni
giorno sull’altare
della Croce quell’Agnello
senza macchie e senza tare!
E’ Gesù Padre e fratello!
2. Mangiata
E bevuto il Suo sangue
Egli, non
sol non langue,
ma è pronto per ridarne”.
3. -“Tu millanti certamente,
ebreo ed impostore!
Svela ciò che hai nel cuore,
e senza celarmi niente!”
1. “Né paura né minacce
ponno svelar il mistero
ma sol seguir le tracce
sul cammin del Verbo vero!
2. Se credi con tutt’il cuore
tu comprenderlo potrai,
altrimenti
mai giungerai
al Vero Unico Amore”.
3. -“Or son bastanti chiàcchiere
che odo mentre i sacelli
disertan tutti quelli
che ingannati a schiere
1.
seguon
le tue vanità!
E’ ora di ritornare,
se vuoi qui trovar pietà,
alle nostre antiche are!
2.
Diversamente
al legno
Di cui canti le lodi
Con affilati chiodi
Finirai per sostegno.”
3.
-“Odi,
figlio della morte,
paglia di fiamma eterna:
se alla Luce superna
di Cristo ho buona sorte,
1.
odi
ben, che io bramo,
e non rifuggo,
Con essa io Cristo amo
Che del riscatto è foce.
2.
Croce
che eri terrore,
divenuta sei desìo,
dopo che il Figlio di Dio
vi è morto per amore!
3.
Rendimi
al mio Signore,
consacrata di Cristo
prendimi che son tristo,
mia Bellezza, mio Splendore!”
Così
cantavo ispirato
Col
cuore saldo e invitto
Allor che Egea irato
Sentenziò
per me il delitto
1. condannandomi
a morire
del
supplizio di Gesù.
- “E voi non protestate più”-
Dissi
al popolo all’udire
2. tumulto e
sedizione
e le
minacce che facea
all’indirizzo
di Egea
per la
mia liberazione.
1. Se c’è
pena da temere
È
quella che non ha fine
Le
terrene son leggere
Per
quante abbiano spine
2. Quanto
ai dolori eterni
Son
urla ininterrotte
Lutti
e supplizi a frotte
Nei
bui, gelidi inferni
3. Alle
gioie sempiterne
soltanto
si perviene
per le
passeggere pene
e si
va alle vie superne!
1. Se
siete costanti, gioia
avrete
per l’eternità,
là,
dove Cristo è Gloria,
Nel
Regno della Trinità!
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