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lunedì 30 novembre 2020

Dedicato a Sant'Andrea

 CANTO SECONDO  

 

(Ove l’Apostolo ANDREA narra le sue peripezie in Acaia)

Fonte  di ispirazione: i documenti del Martirio di Sant’Andrea (ccdd Vangeli apocrifi);

Periodo di riferimento: dal 29 d.C. circa al 67 d.C. circa;

Per gli avvenimenti storici e culturali del periodo v. il Canto precedente;

 

Quartine a rime alternate

E incrociate con versi anisosillabici

Settenari e ottonari

 


 

Prologo

Fra i compagni di Gesù

Io son Andrea, più d’anni

Carico che di virtù

Ma fu a me e a  Giovanni

 

Che il Grande Precursore

Sulle rive del Giordano

D’eloquio e con la mano

Indicò Rabbì Signore

 

Io glielo dissi a Pietro

Che allora fu secondo

A seguire il RE del Mondo

Di poi, io gli fui dietro.

 

Di ciò non mi lamento;

Anzi,  fu una scelta mia,

Dovuta a ritrosìa

D’operaio macilento!

 

A me in fondo importava

Soltanto che il Signore

Leggesse nel mio cuore

Tutto il resto non contava

 

E questo io dimostrerò

Svelando ciò che celato

Per lungo tempo è stato

Come di seguito dirò.

 

Avvisarvi però devo

Per rispetto ai Sacri Testi

Che qui son solo resti

Di quel glorioso Evo

 

Che i quattro evangelisti

Han raccolto con bravura

E con divina cura

Da me e da chi li ha visti

 

Svolgersi in lor presenza

E son Testi rivelati.

Questi qui presentati

Di quel crisma sono senza.

 

 

Peripezie di Andrea dopo la morte di Gesù

 

1.      Dopo la Risurrezione

di Cristo, com’è noto,

fu fatta la divisione

del mondo ove ancora ignoto

 

2.      era il Verbo di Gesù.

Dopo qualche giro in Asia

A me toccò l’Acaia

Cioè quella regione giù

 

3.      della Grecia, ad essa unita

per l’istmo di Corinto

ed io fui là sospinto

per renderla erudita

 

1.      del Messaggio Cristiano

quando il proconsole Egea

le veci a Vespasiano

ed al Romano Imper facea.

 

2.      Ond’io a Patrasso gli chiesi

  quale fosse la ragione

della sua persecuzione

per udirne  poi le tesi.

 

3.      Dissi: - “Tu giudice in terra

Al Giudice del Ciel onor

Rendi con tutto il cuor

Non più l’odio che rinserra”.

 

1.      Così contestommi Egea:

“-Di superstizion foriero

e di falsi dèi, tu  sei Andrea

nemico dell’Impero”

 

2.      Ed io tosto gli ribattei:

“-Il Figlio di Dio Gesù

fra gli uomini  quaggiù

scese a dirci quali dèi

 

3.idoli  di fallacia

son dell’uomo ingannatori.

Di dirlo agli imperatori,

Per lor salvezza,  ti piaccia.

 

1.      E che di ardente carità

e volontar supplizio,

ancorchè per il giudizio,

di vilipesa deità

 

2.      patì l’Autore sul legno

di Croce”. Egli riprese:

”-Queste sono pretese

d’uno discente indegno.

 

3.      Consta ch’Ei fu tradito

E dagli stessi Ebrei,

Sia patrizi e  sia plebei,

Sulla Croce fu trafitto”.

 

1.      Ma io risposi: “-Sofferto

Egli ha,  volontariamente.

Io c’ero, perciò son certo!

E ciò che dico ho in mente

 

2.      perché da Lui ho udito

predire la Sua Passione

e la Sua Resurrezione;

e di colui che tradito

 

3.      l’avrebbe per la salvezza

degli uomini e del mondo;

e di come iracondo

rispose con asprezza

 

1.      a mio fratello Pietro

che Gli chiese clemenza

per quel Suo  destino tetro.

Questo è quanto Eccellenza”.

 

2.      “-E’ per me poco sagace

riprese quegli fisso

che un probo sia seguace

d’un morto crocefisso”.

 

3.      - “Il mistero della Croce

io vorrei spiegarti Egea

se tu di udire hai idea

col cuore la mia voce”.

 

1.      - “T’ascolto,  ma sia inteso

che a tua volta tu m’udrai

sennò sarai lì appeso

se ai miei dèi non renderai

 

2.      incenso e devozione.”

-“Non il fumo dell’incenso

ma la mia fede e il senso

della vita  ed ogni azione

 

3.      io offro in sacrificio

al Dio Onnipotente;

e immortale, vivente

resta dopo il supplizio

 

1.      ogni giorno sull’altare

della Croce quell’Agnello

senza macchie e senza tare!

E’ Gesù Padre e fratello!

 

2. Mangiata la Sua carne

E bevuto il Suo sangue

Egli,  non sol non langue,

ma è pronto per ridarne”.

 

 

3. -“Tu millanti certamente,

ebreo ed impostore!

Svela ciò che hai nel cuore,

e senza celarmi niente!”

 

 

1.      “Né paura né minacce

ponno svelar il mistero

ma sol seguir le tracce

sul cammin del Verbo vero!

 

2.      Se credi con tutt’il cuore

tu comprenderlo potrai,

altrimenti  mai giungerai

al Vero Unico Amore”.

 

3.      -“Or son bastanti chiàcchiere

che odo mentre i sacelli

disertan tutti quelli

che ingannati a schiere

 

1.      seguon le tue vanità!

E’ ora di ritornare,

se vuoi qui trovar pietà,

alle nostre antiche are!

 

2.      Diversamente al legno

Di cui canti le lodi

Con affilati chiodi

Finirai per sostegno.”

 

3.      -“Odi, figlio della morte,

paglia di fiamma eterna:

se alla Luce superna

di Cristo ho buona sorte,

 

1.      odi ben, che io bramo,

e non rifuggo, la Croce.

Con essa io Cristo amo

Che del riscatto è foce.

 

2.      Croce che eri terrore,

divenuta sei desìo,

dopo che il Figlio di Dio

vi è morto per amore!

 

3.      Rendimi al mio Signore,

consacrata di Cristo

prendimi che son tristo,

mia Bellezza, mio Splendore!”

 

Così cantavo ispirato

Col cuore saldo e invitto

Allor che Egea irato

Sentenziò per me il delitto

 

1.      condannandomi a morire

del supplizio di Gesù.

- “E voi non protestate più”-

Dissi al popolo all’udire

 

2.       tumulto e  sedizione

e le minacce che facea

all’indirizzo di Egea

per la mia liberazione.

 

1.      Se c’è pena da temere

È quella che non ha fine

Le terrene son leggere

Per quante abbiano spine

 

2.      Quanto ai dolori eterni

Son urla ininterrotte

Lutti e supplizi a frotte

Nei bui, gelidi inferni

 

3.      Alle gioie sempiterne

soltanto si perviene

per le passeggere pene

e si va alle vie superne!

 

1.      Se siete costanti,  gioia

avrete per l’eternità,

là, dove Cristo è Gloria,

Nel Regno della Trinità!

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