last moon

giovedì 26 novembre 2020

E se i Shardana venissero dai Balcani?

 

 


 Anni fa sono stato in Bulgaria con gli studenti della mia scuola, all’interno della quale avevo costituito una compagnia teatrale. Dovevamo rappresentare la mia commedia musicale “S’Urtima Jana” , di ambientazione Shardana e Nuragica (in pratica ha costituito l’antefatto letterario su cui si basa il mio romanzo “I Thirsenoisin” ).

Ebbene, la Bulgaria mi ha riservato una grande e piacevole sorpresa, Ancora adesso, a distanza di anni, mi sembra incredibile l’aver vissuto quella stupenda avventura.

Mai e poi mai avrei immaginato quanto siano veramente vicini  i sardi e i bulgari, due popoli che appartengono alla grande famiglia della Mater Mediterranea, insieme agli etruschi, ai greci, ai corsi, ai catalani, ai liguri, ai coloni della Magna Grecia e a tutti gli altri che qui non posso  elencare per intero.

E’ difficile ricostruire i flussi migratori che nei millenni hanno interessato i tanti  popoli europei che ora vivono sotto diverse bandiere.

La storia, quella dei libri, la scrivono i vincitori, ha detto qualcuno; ed è vero; e ricostruirla, se ci accontentiamo della versione ufficiale delle fonti, in fondo è abbastanza facile.

Più difficile è ricostruire la preistoria; difficile, ma non impossibile.

Ci stanno provando in tanti a farlo: scrittori,  geologi,  antropologhi, i sociologi,  archeologhi; tra questi ultimi, a Sofia, ho conosciuto la prof.ssa Dimitrina Mitova Gionova che ha scoperto a Garlo ( a 50 km dalla capitale bulgara) un pozzo sacro protosardo.

E’ stato emozionante visitarlo; per un lungo istante, mentre scendevamo gli scalini in pietra, ricoperti di muschio, che dal dromos conducono al pozzo, l’emozione ha avvolto la nostra comitiva in un velo di commozione senza tempo; io ho sentito nel mio animo che le mie radici affondavano sino a lì.

Con Francesco Fronteddu, del coro Santa Maria di Orosei, abbiamo intonato dei canti in lingua sarda. Avevo la pelle d’oca per la  grande emozione.

La sera della conferenza la archeologa ha detto di essere una bulgara che si sente sarda; io, la sera successiva, dopo la rappresentazione teatrale, ho dichiarato di essere un sardo che, almeno per qualche giorno, si è sentito molto bulgaro.

 

Il pozzo è  risalente al XIV sec. a.c.  a 50 km da Sofia, nel paese di Garlo, molto simile per misure e tipologia a quelli  di Ballao e di Settimo San Pietro, in Sardegna.

Il sito, di notevole interesse può essere visitato con l’ausilio di guide specializzate. La stessa archeologa, che è stata in Sardegna  nel 1982, per studiare i vari pozzi sacri sardi e la cultura nuragica, ha scritto interessanti libri, riuscendo a dare alcune spiegazioni “non classiche “ sull’origine dei Sardi e dei nuragici in genere, fino allo studio e la comparazione dei bronzetti nuragici con alcuni testi del vecchio testamento e interessandosi dei kukeri ( che in pratica sono dei mamuthones sardi).

E’ sufficiente confrontare le immagini dei Kukeri bulgari con quelle dei Mamuthones sardi per capire. Anche i loro fanno delle danze e dei giochi particolari per far suonare i campanacci che hanno sulle loro spalle. Secondo la Professoressa Dimitrina Mitova-Dzonova ( “Origine e natura dei pozzi sacri protosardi- III-I millennio A.C.” edito nel 2006 da IVRAI Sofia/Cagliari) i kukeri hanno origine dagli antichi culti dionisiaci.

La mia mente va ai tanti scrittori  in continua rotta con gli storici canonici per riaffermare le peculiarità della storia sarda (qualcuno li ha chiamati archeo-punici, cattedratici imbalsamati che hanno impostato i loro studi soltanto sulle fonti scritte). Mi viene in mente anche Cicitu Masala, il grande poeta e scrittore della sardità misconosciuta e maltrattata dagli storici romani (i vincitori) a danno di noi Sardi (i vinti), il popolo dalla lingua tagliata.

Non  mi dispiace vedere dei Sardi che finalmente non hanno paura di mettere in discussione delle verità che, come diceva Cicitu Masala, sono state scritte dai vincitori contro noi vinti.

E che finalmente, per dirla sempre parafrasando  il grande poeta e scrittore Cicitu, “ci sta ricrescendo la lingua che ci hanno tagliato secoli fa, a noi Sardi.”

Questo è uno dei tanti motivi per cui ho pubblicato I Thirsenoisin, il mio romanzo di ambientazione Shardana e Nuragica.

In esso do sfogo alla mia fantasia, immaginando che i Shardana siano sopravvenuti in Sardegna, quando la civiltà nuragica si era già affermata; successivamente le due civiltà si sono fuse, dando luogo al popolo dei Thirsenoisin, il popolo delle torri.

Chi volesse leggere  alcuni brani può andare nel mio blog, cliccando sul link https://albixpoeti.blogspot.com/2020/11/la-costante-resistenziale-sarda.html (all’interno del blog si ha anche la possibilità di leggere il libro per intero).

 


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