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«D’accordo. Ma se la giornata lo consente,
sarebbe bello andare a piedi. Da casa mia è sufficiente attraversare il Parco
della Musica e siamo subito a Teatro!»
«Va bene. Parcheggerò nei dintorni e poi
andremo a piedi!»
«Trattandosi di un matinée non penso di
mettermi in abito da sera…»
Il commissario rifletté solo un attimo. L’avvocato
Levi non parlava mai soltanto per parlare.
«Tranquilla, non mi metterò lo smoking!
Forse un abito beige, addirittura..»
«Buono a sapersi!»
commentò Luisa Levi soddisfatta. E subito dopo aggiunse:
«Com’è andata la riunione del venerdì?»
«Bene! Domani ti dirò»
rispose il commissario che non amava intrattenersi troppo al telefono, neanche
con una persona speciale come lei.
«Anche io ho delle novità in proposito…»
disse lei a sua volta.
«Non vedo l’ora di sentirle e non vedo
l’ora di vederti!» si sbilanciò il
commissario, per farle capire, ma con il dovuto garbo, che avrebbe preferito
parlarne di persona.
Lei capì al volo e dopo qualche altro convenevole di
prammatica si salutarono.
Il commissario voleva godersi ancora un po’ il suo
confortevole divano; si preparò un caffè, mise un disco della Carmen e dopo
aver recuperato il libretto che venti anni prima aveva acquistato al teatro in
occasione della regia che il grande Peter Brook aveva curato per quell’opera
all’anfiteatro romano, ormai chiuso agli spettacoli da anni, si dedicò alla
lettura del libretto. Gli serviva da ripasso, ma gli sarebbe stato utile
qualora la sua accompagnatrice si fosse voluta confrontare con lui su
quell’opera così densa di sentimento e di passione.
La sua accompagnatrice, all’indomani, si mostrò
alquanto preparata. Si era vestita con una
gonna plissettata color ocra, al ginocchio e un maglioncino nero, a
maniche corte, sui spiccava un filo di perle bianche. Una giacca in tinta con
la gonna e una pochette rossa, a tracolla,
abbinata nel colore alle scarpe
tacco dieci, completavano la sua mise
elegante.
Il commissario ebbe da ridire sulla regia, che aveva
ambientato la vicenda negli anni trenta del secolo ventesimo, invece di
adeguarsi all’ambientazione originale, che retrodatava a oltre un secolo
precedente. Luisa lodò come
apprezzabile lo sforzo registico,
definendolo un tentativo apprezzabile di svecchiare l’opera.
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