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«Io non ho detto niente! Lo sbirro sei tu,
mica io!»
disse l’avvocato in maniera simpatica, ma mettendosi subito sulla difensiva.
«Beh, potrebbe trattarsi anche di un furto
finito male, nel senso che magari il ladro ha reagito d’impulso, dopo essere
stato scoperto.»
«Certamente. Ci ho pensato anche io, però
c’è una cosa che mi ha sorpreso. Come mai, mi sono chiesta, questo ipotetico
ladro ha sferrato ben tre colpi alla vittima? Perché accanirsi così tanto
brutalmente sulla vittima?» L’avvocato si fermò come
se volesse dare tempo all’uomo di rispondere, ma il commissario si limitò ad
annuire, chiedendole di continuare. «Oltre
l’efferatezza del gesto, per me sono le uniche due spiegazioni alle quali sono
pervenuta. Ma non saprei dire quale delle due sia la più probabile. Io so
soltanto che il mio assistito è super innocente! Di questo soltanto sono
sicura.»
Il commissario non rispose. Sapeva bene che se anche,
per ipotesi, un cliente confessasse la sua colpevolezza, all’avvocato è
proibito di rivelarlo, pena la radiazione dall’albo.
«Che tipi sono questi due nipoti di
Carbonia?» disse invece.
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