Maria
Grazia Picciau era una donna sui trentacinque anni, piccola e rotondetta;
portava degli occhiali da miope con le lenti affumicate e vestiva in maniera
decorosa ma poco vivace; emanava un non so che di triste e sorrideva di rado,
forse perché la sua dentatura presentava qualche imperfezione.” Omni gaudio,
decoris iunctim” – pensò l’ispettore Zuddas, ma si guardò bene dal dirlo.
-
“ Grazie per il suo tempo signorina
Picciau. Io mi sono qualificato come un funzionario del ministero degli interni
e le ho dato una mezza verità; l’altra mezza è che sono della squadra omicidi
di Cagliari e voleva sentirla a proposito di suo fratello Andrea”. – disse
l’ispettore una volta accomodati.
-
- “E’ successo qualcosa di brutto a mio
fratello?” – sussultò impallidendo la giovane impiegata. “
-
“ No, no, stia tranquilla” - si affrettò a dire l’ispettore. L’omicidio
per cui sto indagando è quello di sua zia Emma!”
-
- “ Ah!” – fece quella un po’ sollevata. –
“ Povera zia Emma, anche se i rapporti con noi si erano diradati, mi è
dispiaciuto che abbia fatto quella brutta fine!”
-
- “ Anche suo fratello si sarà
dispiaciuto!” – disse l’ispettore sornione, ma con non curanza.
-
- “ Non più di tanto!”- rispose prontamente
quella – “ Mia zia Emma non faceva niente per nascondere la sua contrarietà al
modo di vivere di mio fratello; e mio fratello ricambiava la sua antipatia con
l’indifferenza; anche se dentro di sé soffriva, soprattutto per il fatto che
essendo mia zia molto ricca, lui si sarebbe aspettato una qualche forma di
sostegno economico da parte sua.”
-
“ Suo fratello aveva bisogno di soldi? Sta
forse attraversando un periodo di crisi?” – fece l’ispettore, sempre con quella
sua aria da confessore disposto ad ascoltare con comprensione qualunque cosa.
-
- “ Periodo?” – fece l’impiegata con quel
suo sorriso triste e amaro- “ La crisi finanziaria di mio fratello dura
praticamente da quando ha imparato a contare i soldi. Ma si è acuita dopo i
vent’anni, quando ha lasciato l’università e si è messo con delle cattive
amicizie…ma forse a lei non interessano queste cose così personali…”
-
“ No, continui pure, signorina!- la
incoraggiò l’ispettore.
-
“ I miei poveri genitori si sono spesi
anche quello che non avevano per stare appresso ai suoi vizi!” – sbottò lei con
un tono che quasi sconfinava nel risentimento; ma fu solo un attimo; subito il
suo tono si adagiò su note pietistiche- “ Mio fratello è un tossicodipendente; ci aggiunga che ha
sempre amato la bella vita e il quadro è completo!”
-
“ Ma attualmente cosa sta facendo? Vive
nella casa dei genitori?” – disse l’ispettore spingendo il suo gioco sino in
fondo.
-
- “ Non c’è più nessuna casa. Se la sono
portata via le banche a causa dell’ipoteca che i miei genitori avevano acceso per
ottenere altri soldi. Tutti per la droga, per i vizi e i lussi di mio
fratello!”- questa volta la donna non seppe trattenere le lacrime.
-
L’ispettore si sentì in colpa. Il suo
lavoro di sbirro, a volte, faceva schifo. Ma qualcuno lo doveva pur fare.
-
- “ Attualmente si trova in una comunità
di recupero, verso San Giovanni Suergiu. Io gli voglio bene, nonostante tutto;
siamo molto legati e ormai mi è rimasto solo lui. I fine settimana viene a casa
mia e gli presto la macchina. A volte mi sembra tornato quello di una volta;
senza la droga era tutto un’altra persona, mi creda!
-
“ E’ da molto che non lo vede?” – chiese
ancora l’ispettore; ormai l’interrogatorio volgeva al termine.
-
“ L’ho riaccompagnato avantieri, in
comunità, come sempre. Adesso lo andrò a prendere di nuovo venerdì pomeriggio,
come smonto dal lavoro.”
-
“ Ha notato qualcosa di diverso in lui,
questo fine settimana?” – chiese l’ispettore a bruciapelo. La donna parve
sorpresa. Ci pensò su e poi disse:
-
- “ Non direi. Mi è sembrato forse un più
allegro del solito, ma da quando è in comunità ho notato, in linea generale,
dei cambiamenti in meglio.
-
-“ Se lo vede gli dice di chiamarmi?” –
gli disse l’ispettore alzandosi in piedi per accommiatarsi.
-
“ Certo! Glielo dirò venerdì; e se lo
sento anche prima!” – fece lei prendendo il bigliettino e alzandosi per andare
a pagare.
-
“ Mi permetta di pagare anche la sua
consumazione!”- disse l’ispettore precedendola alla cassa. – “ E grazie ancora
per il suo tempo!”
E
mentre la sfortunata ragazza si dirigeva pensierosa e cupa a riprendere il
lavoro, l’ispettore recuperò la sua auto e si diresse verso Cagliari.
Tutto
sommato la sua trasferta non era andata del tutto male.
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