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domenica 26 settembre 2021

Un'altra indagine per il commissario De Candia - 11




Il lunedì successivo, verso le undici, il centralinista passò una telefonata al commissario De Candia. Una signora  aveva chiamato per parlare con qualcuno  della   sezione omicidi.

- “ Chi parla?” – chiese il commissario in tono gentile.

-          “ Sono Maria Grazia Picciau” – disse una voce che mostrava una certa emozione-“ Si ricorda? Ci siamo incontrati   mercoledì scorso!”

-          “ No. Credo che lei abbia incontrato  uno dei miei collaboratori, l’ispettore Zuddas. Io sono il commissario De Candia.

-          “ Ah, sì, mi pare che si sia presentato proprio con quel nome… – la voce si arrestò di colpo, come se fosse stata in punto di dire qualcosa di imbarazzante.

-          “ Lei è la nipote di Emma Pirastu, se non sbaglio.”- disse il commissario cercando di mostrarsi  affidabile e informato sui fatti.

-          “ Sì, certo. Il suo collaboratore  mi aveva chiesto notizie di mio fratello Andrea…” – aggiunse ancora la voce. Sembrava esitante; il commissario si sentì prudere il naso; aveva stabilito che questo gli succedeva sempre quando nell’aria c’era qualcosa di importante, nel bene o nel male. Il commissario attese ancora un po’ al telefono, poi chiese:

-          - “ Ha avuto notizie di suo fratello?” – Cercò di modulare la voce su toni di paziente attesa.

-          “ No, sono molto preoccupata. Venerdì pomeriggio sono andato a prenderlo in comunità, come sempre, e ho scoperto che si era assentato da un paio di giorni. Ma nessuno mi ha detto niente. Il direttore mi ha detto che un funzionario della questura di Cagliari  era stato da lui lo stesso giorno di mercoledì, ma a me era sembrato che non sapesse niente dell’assenza di mio fratello. Ho pensato che forse non si era trattato dello stesso funzionario.

-          Il commissario capì che stava parlando con una persona attenta e sensibile, probabilmente in preda a qualche sentimento di contraddizione, come se fosse combattuta. Cercò di procedere con metodo. Per esperienza sapeva che in certe situazioni le persone tendevano a chiudersi o ad aprirsi a seconda di come l’interlocutore agiva sul loro stato d’animo.

-          - “ A volte noi poliziotti, per rispetto del protocollo che ci impone la riservatezza, tendiamo a non dire ciò che sappiamo…”



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