In quel tempo,
mentre aspettavo un contratto che mi avrebbe fornito dei mezzi di sussistenza e
un permesso di soggiorno almeno annuale, mi trovavo a gestire a Bogotà un Almacen, un negozietto a metà tra un piccolo bar e una minuscola
merceria, due generi merceologici che da noi non si trovano mai congiunti.
Il Tintirillo che lo gestiva prima di me
era una specie di avvocato con laurea triennale (da noi, anni dopo, sarebbe
sorta una figura del genere con la laurea triennale in Servizi Giuridici della
riforma universitaria, ma al tempo non esisteva ancora), che era rimasto impressionato
della mia conoscenza dei codici e me lo aveva mollato in gestione mentre lui
navigava in quei misteriosi porti di mare che anche in Colombia si chiamano
ministeri, suppongo ancora più complessi e meno abbordabili dei nostri, dato
che di quel contratto, già da me sottoscritto, e in forza del quale avrei
dovuto collaborare come esperto di diritto internazionale nella sua azienda di
servizi giuridici, che lui doveva
registrare al ministero degli esteri, non ne seppi mai niente, sino alla
scadenza del mio permesso semestrale provvisorio. O forse si era tenuto i
centocinquanta dollari che gli avevo allungato e ciccia.
https://www.hoepli.it/libro/la-terza-via-un-uomo-un-viaggio-tre-strade/9788833812366.html
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