last moon

domenica 10 marzo 2019

Memorie di scuola - Parte terza



Capitolo primo
Anno scolastico 1987-1988

Anche a distanza di oltre trent’anni, ricordo bene il mio primo anno scolastico da insegnante.
Ero fresco vincitore da concorso e avevo in mente le parole del presidente della commissione che mi aveva abilitato: “ Voi vincitori del concorso a cattedre dovete tenere alta la bandiera della scuola. Uno dei mali che affliggono la scuola italiana, oggi, è costitutito dal precariato. Docenti precarizzati per anni, se non per decenni, quando passano in ruolo, tirano i remi in barca e smettono di lottare. E’ quasi una rivalsa inconscia e istintiva contro chi ti ha trattato male.”
Con queste parole di  fuoco avvenne il mio battesimo. Nient’altro. Feci sì, in quell’anno cruciale (si chiamava, all’epoca, di straordinariato o per l’immissione in ruolo; adesso non saprei), un corso di aggiornamento. Per la mia classe di concorso si tenne a Nuoro. Niente di speciale; interessante, ma non focalizzato sull’insegnamento e suoi metodi.
Aprresi così in un colpo solo tre cose fondamentali della scuola italiana: primo, che bisognava lottare; ma io sono stato sempre un lottatore nella mia vita. Sono il sesto di undici figli, esattamente a metà; piccolo bersaglio per i più grandi di me; punto di riferimento e ancora di salvezza per i più piccoli. Se non lotti, in certe situazioni, soccombi. Tutta la vita, in fondo, è una lotta: personale, fisica, sociale.
La seconda è che lo Stato, della Costituzione e dei principii costituzionale era il primo a fottersene: infatti, se per obbligo costituzionale i posti pubblici sono assegnati per pubblico concorso, come mai la scuola veniva consegnata in mano ai precari per decenni?
La terza è che nessuno mi avrebbe mai insegnato a insegnare: l’università non lo aveva fatto (e che io sappia, non lo fa tuttora); la scuola, intesa come datore di lavoro, era ancor meno disponibile  a farlo ( e neanche adesso, da vecchio, ho avuto la fortuna di un ausilio in tal senso).
Senza pensarci troppo su e senza neanche perdermi d’animo, agii d’istinto e secondo coscienza: ero stato assunto per insegnare diritto (nei suoi diversi e molteplici rami), economia politica e scienza delle finanze; ebbene, intanto dovevo sentirmi forte e preparato in quelle materie; per il resto, mi sarei regolato strada facendo.
Mi buttai così a capofitto nello studio delle materie. Una buona base me l’aveva data l’Università di Cagliari; questa base l’avevo poi rafforzata per la preparazione dell’esame: due scritti e gli orali in tutte le materie (in realtà molte più di tre, considerando, oltre al diritto privato, commerciale e pubblico, anche il diritto tributario, il diritto finanziario, la politica economica e la contabilità pubblica).
Adesso dovevo calibrare le mie conoscenze e calarle nelle realtà dell’insegnamento quotidiano e concreto.
Questo compito richiese un lavoro indefesso e disperato per i  primi cinque anni (domeniche comprese) ma alla fine ne venni a capo (nel senso che ero in grado di svolgere le lezioni frontali richieste e di risolvere i dubbi proposti.
Per quanto riguarda i metodi di insegnamento, il discorso era alquanto diverso.
Qui non si tratta di scibile e  di conoscenza; la capacità di trasmettere quello che si sa (molto o poco che sia) ha a che fare con elementi diversi dalla stessa intelligenza specialistica e dalla conoscenza dei temi da insegnare.

Leggi il  testo integrale della prima parte dl romanzo ” Memorie di scuola” di Ignazio Salvatore Basile,  acquistandolo on line(c/o Mondadori store, Feltrinelli, IBS, Libreria Universitaria, Amazon ecc.) oppure in libreria il volume edito da Youcanprint ISBN 9788827845486. Il romanzo è disponibile anche in formato e-book nel sito della casa tramite il link sottostante.



Nessun commento:

Posta un commento