last moon

sabato 20 giugno 2020

C'era una volta la magistratura


Se un domani avrò dei nipotini, gli racconterò tante favole. Non saranno belle come quelle che ci raccontava mio padre, che ci intratteneva narrandoci le gesta del mago Malacarne, di Giufà, di Peruonto e di Cenerella, ma io queste so.

C'era una volta la magistratura. La gente aveva fiducia nella magistratura. Essa era formata da persone integerrime, che conducevano una vita riservata. Non guadagnavano molto, ma occupavano quegli scranni di grande responsabilità per passione, per amore e sete della giustizia. E a quei posti si accedeva per merito.
Erano come dei profeti; ma anziché attingere i loro vaticini dalla Bibbia e dalla meditazione, le loro sentenze scaturivano dallo studio dei codici e da uno studio indefesso delle carte giudiziarie,  che avvocati altrettanto seri, redigevano con probità e competenza.
Poi arrivarono i soldi;  troppi soldi  cominciarono a  convergere nei bilanci della Giustizia. E coi soldi arrivò il carrierismo, l'arrivismo, il clientelismo. Non ci fu più  la passione a spingere i giovani verso la delicata professione, ma altre e diverse motivazioni.
Per molti anni la giustizia resistette come una fortezza inespugnabile, circondata dal malaffare della politica, essa mostrava lo stesso volto severo coi ricchi e coi poveri e contribuiva a portare un po' di giustizia in un mondo di per sè ingiusto.
Se c'è una funzione fondamentale, tra quelle più importanti affidate a questo insostituibile servizio, è proprio quello di garantire i deboli dalla protervia dei ricchi e dei potenti, proprio in nome della Legge!
Ma col tempo la fortezza della magistratura fu espugnata al loro interno dagli stessi magistrati; un gruppo di potere si formò a Roma, lì dove regna la mafia nazionale e internazionale, quella che fa capo alla politica, agli affari, alla droga, agli appalti.
Qualche magistrato osò sfidare la mafia ma, messo in minoranza, a volte isolato anche da colleghi invidiosi e forse compromessi con qualche gruppo di potere, finì assassinato dalla mafia che aveva osato sfidare.
Un gruppo di magistrati,  che invece avrebbe dovuto rappresentare la Giustizia, si è messa in affari, truccando i concorsi per gli avanzamenti di carriera e Dio sa che cos'altro!
Chi restituirà la fiducia dei cittadini nella Giustizia?
Io sono troppo vecchio per non sapere che nei Palazzi (e non solo in quelli di Berlino) c'è ancora qualche Giudice capace di giudicare!
Ma la mia fede da sola non basta a salvare un sistema che si è arroccato in una logica autoreferenziale che sarà difficile smantellare!
  1. continua...

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