Nell’animo dei Sardi, senza volerla girare in politica, c’è un sogno; lo dicono e lo cantano anche i poeti; è un sogno, e come tutti i sogni ha i contorni indefiniti e va e viene, lungo sentieri di misteriosi archetipi, di miti sopiti ma mai morti del tutto.
E’ un sogno di libertà, di indipendenza, forse legato a quelle maestose creazioni che resistono da millenni sullo sfondo di paesaggi selvaggi, unici e affascinanti; sicuramente legato al nostro passato che, a dispetto delle nostre insicurezze e delle nostrte paure, è un passato di grandezza e di gloria.
Oggi c’è rimasto solo l’orgoglio smisurato, la solitudine dell’animo e la diffidenza verso lo straniero, che si scioglie di fronte a un sorriso, a un po’ di considerazione e al rispetto che ci aspettiamo.
Ma molti Sardi sono ancora i peggiori nemici della sardità.
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